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Vivere la comunità fa bene alla salute


Ampi studi hanno confermato che un forte senso della comunità ed il supporto che può dare, sono fattori determinanti nella ripresa da un attacco cardiaco. Per “comunità” non intendo qualcosa di localizzato su un mappa (sebbene anche questa si a comunità). Mi riferisco al senso di appartenenza ad almeno un gruppo di persone. Potrebbe essere una comunità religiosa, un’organizzazione civica o la squadra di bocce. Una comunità potrebbe comprendere tutte le persone che si servono della drogheria all’angolo.

Durante gran parte della storia dell’umanità, “comunità” era la tribù, e più tardi, il villaggio. All’inizio la comunità offriva sicurezza e protezione da ciò che poteva costituire una minaccia. Oggi, in assenza di comunità tribali, molte persone devono essere responsabili della propria sicurezza. Credo che l’alto livello di ansia della nostra società sia dovuto alla mancanza del senso di appartenenza.

Se avete buoni amici siete sulla buona strada per costruire una comunità. Nutrire questa connessione fa bene alla vostra salute ed è un dono per Gaia. Credo che la sopravvivenza dell’umanità dipenda dal riuscire a sviluppare una comunità globale… e in fretta.

Questo lo dice Patch Adams
Visite e Domicilio Come possiamo guarire il mondo una visita alla volta (ed. Urra)

Avete mai pensato ai NON LUOGHI







Nasciamo in clinica, muoriamo in ospedale, viviamo in un perenne transito. Si moltiplicano i luoghi che ci offrono solo una occupazione provvisoria: le catene alberghiere, i club di vacanza, i residence , le abitazioni per la terza età. Si estendono le reti di trasporto di persone o di informazioni e le modalità di scambio apersonale: le carte di credito , i distributori automatici, la vendita per corrispondenza.
Marc Augé, antropologo e studioso delle civiltà antiche, si chiede se la nostra società non stia distruggendo il concetto di luogo, così come si è configurato nelle società precedenti. Il luogo infatti ha tre caratteristiche: è identitario e cioè tale da contrassegnare l’ identità di chi ci abita; è relazionale nel senso che individua i rapporti reciproci tra i soggetti in funzione di una loro comune appartenenza; è storico perchè rammenta all’ individuo le proprie radici. 
leggi l'articolo di Luigi Prestinenza Puglisi



nonluoghi sono quegli spazi dell'anonimato ogni giorno più numerosi e frequentati da individui simili ma soli. Nonluoghi sono sia le infrastrutture per il trasporto veloce (autostrade, stazioni, aeroporti) sia i mezzi stessi di trasporto (automobili, treni, aerei). Sono nonluoghi i supermercati, le grandi catene alberghiere con le loro camere intercambiabili, ma anche i campi profughi dove sono parcheggiati a tempo indeterminato i rifugiati da guerre e miserie. 
Il nonluogo è il contrario di una dimora, di una residenza, di un luogo nel senso comune del termine. E al suo anonimato, paradossalmente, si accede solo fornendo una prova della propria identità: passaporto, carta di credito... Nel proporci una antropologia della surmodernità, Augé ci introduce anche a una etnologia della solitudine.

Tornare a parlare di Comunità



Innanzitutto, la comunità è un luogo «caldo», un posto intimo e confortevole. È come un tetto sotto cui ci ripariamo quando si scatena un temporale, un fuoco dinanzi al quale ci scaldiamo nelle giornate fredde. Fuori, in strada, si annida ogni sorta di pericolo e ogni volta che usciamo dobbiamo sempre stare sul chi vive, badare bene a chi rivolgiamo la parola e a chi ce la rivolge, tenere costantemente alta la guardia. All’interno della comunità, viceversa, possiamo rilassarci: lì siamo al sicuro, non ci sono pericoli in agguato dietro angoli bui (e anzi non esistono proprio «angoli bui»). All’interno di una comunità la comprensione reciproca è garantita, possiamo fidarci di ciò che sentiamo, siamo quasi sempre al sicuro e non capita quasi mai di restare spiazzati o essere colti alla sprovvista. Nessuno dei suoi membri è un estraneo. A volte si può litigare, ma si tratta di alterchi tra amici e tutti cerchiamo di rendere la nostra integrazione ogni giorno più lieta e gradevole. Può capitare che, sebbene guidati dal comune desiderio di migliorare la nostra vita comune, discordiamo sui modi per raggiungere tale obiettivo e, tuttavia, non desideriamo mai il male altrui e possiamo essere certi che tutti coloro che ci circondano non desiderano altro che il nostro bene. (Vedi Bauman)